Paninoteca:

Paninoteca è un titolo che incuriosisce subito. Evoca qualcosa di semplice, popolare, quotidiano. E proprio lì si muove Sesto Carnera e company: nella semplicità dell’esperienza urbana, nella cruda verità di ciò che si vive fuori dalle luci dello spettacolo, tra marciapiedi, angoli di quartiere e pensieri scomodi.
Le liriche sono dirette, ma mai banali, la forza del disco sta nella scrittura degli interpreti, che non si limitano a descrivere, ma a scavare. Le rime non vogliono stupire con giochi di parole fini a sé stessi, ma colpiscono perché autentiche, a volte dolorose. L’album non è fatto per piacere a tutti: è più una conversazione tra chi ha vissuto certe cose e chi le riconosce nei dettagli.
Ogni traccia sembra voler mettere a nudo un pezzo di vissuto, anche quando il tono si fa più leggero o ironico. C’è un equilibrio tra introspezione e sguardo sociale che rende il progetto coeso e umano.
Musicalmente, Paninoteca ha un suono sporco, caldo, a tratti nostalgico. I beat sembrano campionati da vinili polverosi o da loop che hanno girato in qualche cantina-studio. Non c’è ricerca di pulizia patinata, ma una volontà chiara di preservare il suono analogico, reale, da rap d’altri tempi ma con lo sguardo nel presente.
I ritornelli, quando ci sono, non cercano l’orecchiabilità a tutti i costi. Alcuni sembrano più una pausa tra due confessioni, altri diventano mantra da ascoltare in loop per capirli davvero.
Pur senza dover conoscere i dettagli biografici dell’autore, si percepisce un legame forte con il territorio, con l’Italia vissuta dal basso. Le tracce parlano un linguaggio comune a chi ha vissuto certi ambienti: piccoli bar, sale prove, serate finite male, pensieri sulla soglia della notte.
C’è malinconia, ma anche ironia. Una specie di resistenza culturale fatta con le parole, tra dignità e fatica, rabbia e affetto.
In conclusione
Paninoteca non è un album “perfetto” – ed è questo il suo merito. È vero, onesto, vivo. Non rincorre mode, non si scusa per quello che è. Chi cerca un hip-hop costruito, pieno di auto-tune e trend passeggeri, qui non troverà nulla. Ma chi vuole ascoltare una voce che racconta con sincerità, troverà in Sesto Carnera un artista che ha molto da dire, e lo fa senza filtri.
Credit by: @mentalillnessmuzik